Il ritorno di Eto’o all’Inter, per alcuni giorni, ha rappresentato la più suadente suggestione di mercato delle ultime settimane. I tifosi nerazzurri, in primis, hanno covato il sogno, caldeggiato la speranza di riascoltare il ruggito del Re Leone. Un ruggito presente nei meandri del cuore di ogni interista che idealmente non ha mai smesso di amare un uomo, un calciatore, magari lontano geograficamente ma vicino nella memoria e nei ricordi. Ad alimentare il desiderio del popolo fedele alla Beneamata anche l’insistenza con la quale i quotidiani sportivi hanno ricostruito la possibilità di un suo ritorno sul Naviglio.
Eppure fin dall’inizio si è parlato di un’operazione difficile, se non impossibile, dell’interessamento forte di altri club (Chelsea, Monaco e Los Angeles Galaxy su tutti, ndr), della bontà tecnica di una simile operazione. La squadra di Mazzarri avrebbe bisogno di un rinforzo di qualità in avanti, per sopperire all’assenza forzata di Diego Milito e all’inesperienza di giovani come Icardi e Belfodil. Certo è che Eto’o, da un punto di vista del carisma, della caratura tecnica, della capacità realizzativa rappresenterebbe il top.
Vien da chiedersi, però, se sia maggiormente proficuo per la società di Corso Vittorio Emanuele puntare su un calciatore 32enne, da prendere a prezzo di saldo e del tutto simbolico o addirittura gratis, o virare su una punta più giovane, ma maggiormente onerosa (come Osvaldo)? Oltre all’aspetto anagrafico, peraltro, andrebbe considerato anche quello relativo all’ingaggio percepito dal calciatore africano. Eto’o, che nell’ultima stagione ha ricevuto un indennizzo pari a 10 milioni di euro e che nelle stagioni vissute in Daghestan ha guadagnato complessivamente 32 milioni di euro netti (43.835 euro al giorno, 1.826 euro all’ora), a quanto è dato sapere, sarebbe stato anche disposto a decurtarsi notevolmente l’ingaggio pur di raggiungere moglie e figli, che vivono quasi in pianta stabile a Milano.
Un’indiscrezione degli ultimi giorni voleva la società di Moratti pronta a riservare al camerunense un ingaggio biennale pari a 4,5 milioni di euro con opzione per il terzo anno. Cifre sicuramente importanti per un calciatore non più giovanissimo e che,in ogni caso, dopo un paio di stagioni da nababbo dovrebbe riadattarsi al calcio che conta.
In ogni caso, lo staff di Eto’o, con il procuratore Vigorelli in testa, sta cercando di individuare la soluzione migliore per il proprio assistito, in attesa di capire se in casa Inter prevarrà il cuore o la ragione.