Tre difensori, sei centrocampisti, un attaccante: la scelta giusta. Poca pressione sui difensori, i limiti fisici di Cambiasso e del rientrante Kovacic vengono mascherati dal folto centrocampo, trova spazio il caldissimo Alvarez e Palacio non è tenuto a sfiancarsi a beneficio della prima punta e può limitarsi a raccogliere le verticalizzazioni del croato. Piccolo dettaglio: Kovacic non c’è.
Al suo posto un pur sufficiente Kuzmanovic, che trasforma una scelta perfetta in una demenziale. Tanto valeva far giocare Stankovic, protagonista di un commovente addio (o arrivederci, si spera) nel prepartita. La mediana è statica, Palacio è isolato, Guarin e Alvarez faticano a trovare la posizione e il pallone cammina solo per vie orizzontali. Gli unici guizzi provengono da Jonathan (sì, lo stesso Jonathan di Udinese-Inter, ndr) che ben si integra col nuovo arrivato Campagnaro, un pò Samuel quando affronta l’avversario senza paura di colpo ferire, un po’ Lucio quando si intestardisce a portare palla. Funziona la fase difensiva, ed è già un plus, ma l’impressione è che l’inoperosità di Handanovic dipenda non solo dai meriti di un ottimo Ranocchia e compagni, ma anche dai demeriti di un Genoa accorto ma abulico.
Nella ripresa Mazzarri decide che è il momento di “osare” e dà spazio prima a un convincente Icardi, uno che dimostra di giocare e pensare da centravanti vero, e poi a Kovacic, che si limita a dimostrare di essere semplicemente il più forte di tutti. A lasciargli il posto, non a caso, Kuzmanovic e Cambiasso. La manovra ne beneficia, i nerazzurri trovano automatismi, armonia, occasioni e gol.
Tra tutte brilla la stella di Alvarez che, arretrando il raggio di azione, ritrova identità e addirittura si improvvisa recuperatore di palloni: una trasformazione tanto sorprendente quanto necessaria per meritare la fiducia che, nei primi giorni ad Appiano, Mazzarri non pareva intenzionato a tributargli. È proprio Ricky a lasciare spazio nel finale all’ultimo acquisto Taider, che presidia con diligenza la mediana, che dovrebbe diventare di sua proprietà. È vero che un centrocampo con l’algerino e due tra Kovacic, Guarin ed Alvarez rischia di essere sbilanciato, ma in questo momento qualsiasi essere umano equipaggiato di un paio di scarpini da calcio e della capacità potrebbe essere una soluzione migliore rispetto a Cambiasso, fisicamente devastato dagli ultimi anni di cattiva gestione in cui è stato sovrautilizzato per mancanza di alternative.
L’impressione è che se Mazzarri riuscirà a vincere la sua atavica avversione verso i giovani, questa squadra potrebbe togliersi delle ottime soddisfazioni. Scusateci se dopo le ultime stagioni fatichiamo a concedere con leggerezza la nostra fiducia. Uno diffidente come il mister capirebbe.
Giovanni Cassese
(Twitter: @vannicassese)