In attesa di tornare a Milano per vivere il suo primo derby d’Italia a San Siro, Hugo Campagnaro è concentrato sulla sfida che lo vedrà protagonista con la sua Argentina contro il Paraguay: “Faremo il massimo per ottenere un risultato positivo, perchè il nostro obiettivo è qualificarci il prima possibile per giocare con maggiore tranquillità le ultime partite – spiega il difensore nerazzurro ai microfoni di TyC Sports –. Se finalmente avrò la possibilità di giocare centrale? E’ diversi anni ormai che gioco da centrale, anche se in una linea a tre, ed è il ruolo in cui mi sento più a mio agio. Durante la mia carriera però mi è capitato di giocare anche in altre posizioni, da laterale destro o addirittura a sinistra. Ma il mio ruolo naturale è quello di centrale e con la Seleccion mi è capitato di farlo solo per uno spezzone di partita contro Guatemala”.
Dall’esordio con la Seleccion, arrivato solo il 29 febbraio 2012, l’ex Napoli non ha praticamente più saltato una convocazione: “Un anno e mezzo fa sono rimasto impressionato quando sono venuti a dirmi che mi stavano osservando e che avrei avuto la possibilità di entrare a far parte di questo gruppo. Mi hanno accolto tutti molto bene e per me è stato emozionante, quasi un sogno. Rappresentare l’Argentina per me è un orgoglio, anche se non penso di avere ormai il posto assicurato. Devo sempre dimostrare di meritarmi la convocazione, partita dopo partita, allenamento dopo allenamento. Ci sono tanti giocatori e, se qualcuno dimostrerà di essere migliore di me, il ct potrà anche lasciarmi fuori”.
“Sono un giocatore che ha sempre dovuto sudare molto prima di raggiungere dei risultati personale, già all’inizio della mia carriera. Vivere a Cordoba non è come stare a Buenos Aires, dove ci sono più club e più possibilità. Poi il Deportivo Moron mi ha aperto le porte, sono rimasto lì cinque anni prima di poter approdare in Italia, al Piacenza. Anche lì non è stata una situazione facile perchè il club era in difficili condizioni economiche e stava per vendere. Penso di essermi meritato tutto quello che ho ottenuto, perchè mi è costato molto. Raggiungere la nazionale a 31 anni è stato come realizzare il mio sogno più bello”.
Una carriera in ascesa, che adesso potrebbe dargli finalmente la possibilità di disputare un mondiale da protagonista: “Non sono ancora sicuro di partecipare a Brasile 2014 perchè manca un po’ di tempo e devo sempre confermarmi, partita dopo partita. Però sarebbe il premio per non aver lasciato mai nulla al caso”.