Squadra che (con)vince non si cambia

Walter Mazzarri Inter-CittadellaFatti i dovuti scongiuri, la nuova era Mazzarri sembra essere nata sotto una buona stella. La squadra nerazzurra inizia a prendere forma e sostanza ed il tecnico toscano sembra aver bruciato le tappe plasmando i propri uomini al suo credo tattico. Il risultato è una squadra compatta, solida, con un’identità chiara e delle idee precise. Un’orchestra che inizia a recitare uno spartito, magari non complesso ma preciso, e a regalare gradevoli sinfonie ai propri tifosi. In questa fase iniziale, come già anticipato dall’allenatore in fase di presentazione, Mazzarri ha praticamente sempre insistito sul 3-5-2 (o 3-5-1-1 che dir si voglia, vista la tendenza di Alvarez ad agire più da trequartista che da seconda punta), modulo base di partenza sul quale poter costruire in futuro anche un più audace 3-4-2-1 o un più fantasioso 3-4-1-2.

Il 3-5-2, insomma, è la prima pietra miliare sulla quale innalzare le fondamenta della nuova Inter e sulla quale costruire, magari in futuro, altri impianti tattici. Del resto l’ex tecnico del Napoli è stato molto chiaro fin dall’inizio, quando ha chiesto ai suoi uomini di sposare in pieno la sua filosofia, di seguire concostanza i suoi concetti, di lavorare con sacrificio e dedizione per esprimerli in campo. Pochi principi ma buoni, chiari e visibili che la squadra ha recepito e digerito prima del previsto.

Stesso modulo, quindi, e quasi stessi uomini: eccezion fatta per l’interno sinistro di centrocampo (Kuzmanovic contro il Genoa, Kovacic a Catania e Taider contro la Juve), Mazzarri ha schierato sempre gli stessi effettivi riproponendo ben 10/11 di formazione. Che l’ex tecnico del Napoli fosse tipo pragmatico e preferisse rose risicate per lavorare al meglio era risaputo, tant’è che lo stesso presidente De Laurentiis, dopo una separazione per nulla indolore, non aveva esitato a sottolineare come il tecnico toscano, a suo parere, si basasse soltanto su 13-14 calciatori considerati potenziali titolari. Vero o falso che sia, giusto o sbagliato che sia, il 3-5-2 di matrice mazzarriana necessita di interpreti freschi, certi e completamente calati nella parte. Così si spiega l’insistenza e la regolarità con le quali, almeno in queste prime giornate, il tecnico toscano ha riproposto la sua squadra.

Con il recupero totale del Principe Milito e con la migliore condizione di Kovacic, molto probabilmente l’undici nerazzurro potrebbe subire leggere variazioni, con l’argentino a formare un tandem offensivo tutto argentino con Palacio e Alvarez a giocarsi un posto da mezz’ala con Kovacic, Taider e Guarin. Proprio il colombiano, parso a tratti involuto ed abulico, deve comprendere che nell’undici di Mazzarri non c’è spazio per i solisti e dovrà difendere il posto dagli assalti di un  Taider che sembra essere entrato nelle grazie del mister, di un Alvarez in grande spolvero e di un Kovacic che, ristabilitosi del tutto, conquisterà tecnico e scena.

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