Esattamente un anno dopo quel memorabile 18 dicembre 2010, l’Inter abbandona anche l’ultimo trono su cui era comodamente adagiata da dodici mesi, ovvero quello di campione del mondo. Così, anche la divisa ufficiale da gara si vede privata di un’altra toppa, quella d’oro che campeggiava centralmente tra lo stemma societario e il logo dello sponsor tecnico. A maggio era stata la volta dello scudetto, passato sulle maglie rossonere dell’altra squadra di Milano; ora l’unico motivo di vanto nerazzurro è la timida coccarda della Coppa Italia, conquistata da Leonardo nella finale di Roma contro il Palermo di Delio Rossi.
Di acqua sotto i ponti ne è passata in questi mesi dalle parti di Appiano Gentile. Un anno fa, con il titolo di campione del mondo in tasca, Rafael Benitez esplodeva in conferenza stampa contro l’operato della società, rea di non aver assecondato le sue richieste soprattutto in sede di mercato. Allo spagnolo poche ore dopo fu dato il ben servito, a testimonianza del fatto che il feeling con il presidente Moratti non era mai nato. A portare avanti la nave arrivò così Leonardo direttamente dal nemico, suscitando non poco imbarazzo nell’ambiente calcistico, soprattutto a Milano. Il tecnico brasiliano, salvo la sciagurata eliminazione in Champions ai quarti contro lo Schalke 04, fece il suo, portando a casa una Coppa Italia e un ottimo secondo posto. Poi di nuovo un’altra bufera nel mese di giugno, con le sirene parigine ad invogliare Leo a cambiare aria, con conseguente cambio di panchina in favore di Gasperini sulla scottante panchina dell’Inter. Nemmeno il tempo di perdere tre partite su quattro che il tecnico di Grugliasco viene invitato ad abbandonare la causa già a fine settembre. Poi è storia recente, con Claudio Ranieri impegnato a riparare una macchina che sembrava ormai d’epoca ma che forse ancora un po’ di valore può avere.
Insomma, un anno piuttosto turbolento, simile a quelli vissuti ai tempi dei vari Simoni, Hodgson, Lucescu e compagnia bella. Sembrano lontani i tempi dei progetti a lungo termine e vincenti di Mancini e Mourinho, capaci di riportare l’Inter sul tetto d’Italia, d’Europa e del mondo. La rendita del 2010 è ormai finita, l’unico titolo ancora difendibile è rimasto la Coppa Italia, e la differenza tra la maglia indossata dai giocatori la scorsa stagione e quella di quest’anno, appare eloquente. Ma la storia e il blasone della società nerazzurra non possono che far sperare in bene il popolo interista, voglioso di tornare al più presto a guardare tutti dall’alto, con qualche coccarda in più sul petto.