E’ ancora presto per capire cosa ci riserverà il futuro, perchè nel calcio, come nella vita di tutti i giorni, infinite variabili si intrecciano in ogni momento prima di condurre a un epilogo.
Per quanto riguarda la società nerazzurra, il primo atto si è concluso con la cessione del 70% delle quote da parte di Massimo Moratti che, dopo 18 anni e mezzo di onorata presidenza, ha passato il testimone alla nuova cordata indonesiana capeggiata da Erick Thohir.
Quello che succederà nei prossimi mesi non è ancora lecito saperlo e, probabilmente, non è ancora chiaro neanche nelle menti dei diretti interessati, concentrati finora solo sull’intesa commerciale e finanziaria. Solo più avanti Moratti e Thohir si dedicheranno alla suddivisione dei ruoli, delineando attori e strategie per dare continuità alla storia ultracentenaria di una delle società più importanti al mondo.
In questo scenario, il tifoso nerazzurro appare comunque sereno, grazie alla consapevolezza che un presidente innamorato della propria squadra, come Moratti, sceglierà solo il meglio per la sua “creatura”, cercando di dare seguito alla tradizione vincente imposta dalla sua famiglia.
Dalle pagine della Gazzetta dello Sport, Roberto Mancini, tecnico della Beneamata tra il 2004 e il 2008, alimenta questa convinzione: “Penso all’uomo che alcune sere si faceva portare in segreto a casa mia, in via Mascheroni, per mangiare qualcosa assieme e poi guardare le partite sul divano chiacchierando in libertà di calcio. Il divertimento più spensierato dell’uomo, che lui per una sera amava concedersi come un tifoso qualsiasi. O meglio un “tifoso più”, perché lo faceva confrontandosi col suo allenatore e ipotizzando ingaggi che magari andavano a buon fine”.
E ancora: “Penso di avergli dato qualcosa di importante, le prime vittorie della sua presidenza, dopo tanti tentativi infruttuosi. In cambio ho ricevuto un sentimento particolare, una profonda stima e affetto che paradossalmente ho intuito ancora di più durante il mio esonero; era realmente affranto quel giorno. Stiamo parlando d’altronde di un grande uomo e su questo i tifosi possono rimanere tranquilli. Se ha deciso di cedere a Thohir vuol dire che non c’era una prospettiva migliore“.
Passando dalle parole di ex dirigenti come Oriali (“E’ strano vedere il club nerazzurro senza Moratti”) ed ex giocatori come Gigi Di Biagio (“Spero che la nuova dirigenza abbia la stessa passione”) non potevano mancare le dichiarazioni al miele del tecnico a cui, forse, Moratti è più legato: “Ho già parlato privatamente con lui ma ci tengo a ringraziarlo pubblicamente per quello che ha fatto per l’Inter e per il calcio – dichiara Josè Mourinho da Londra -. Adesso deve vivere l’Inter diversamente, ma sono sicuro che lo farà con la stessa, identica passione. Per quanto mi riguarda lui sa che la mia casa di Londra è anche casa sua”.
In attesa di conoscere con precisione il suo ruolo nel nuovo organigramma, Massimo Moratti sarà sicuramente orgoglioso del lavoro fatto in tutti questi anni e simili attestati di stima ne sono la prova più concreta.