Mazzarri: “Squadra convinta e con un’anima. Sono contento di tutti, ma Cambiasso, Alvarez e Jonathan…”

Walter Mazzarri premio MaestrelliA margine della cerimonia che ha premiato Walter Mazzarri con il “Premio Maestrelli 2012”, l’allenatore nerazzurro ha rilasciato un’intervista esclusiva a Sky Sport 24.

Mazzarri c’è stato il tempo anche oggi per qualche telefonata con il Presidente Erick Thohir?

“Abbiamo parlato alla Pinetina, sapete tutto, non c’era bisogno di sentirci. Ho saputo che oggi si è incontrato con i direttori sportivi e questo mi ha fatto piacere perché è un bel gruppo di lavoro, abbiamo lavorato bene in questo periodo e quando tutti siamo sulla stessa sintonia è sempre meglio”.

Quanto le fa piacere essere qui questa sera in quella che è la sua terra? Il “Premio Maestrelli” è un punto di arrivo per un allenatore?

“Non lo so se è un punto di arrivo. Sicuramente è un riconoscimento importante e mi ha fatto molto piacere perchè gratifica un anno, si parla dell’anno scorso, nel quale abbiamo fatto grandi cose al Napoli. Sono contento e soddisfatto di tutto quello che mi viene riconosciuto”.

Pensava di essere a questo punto con l’Inter quando a luglio ne è diventato l’allenatore?

“Quando per me inizia una nuova avventura penso sempre al massimo non mi accontento mai, questo è il modo di fare. E’ chiaro non fosse cosi facile pensare di essere in questo momento del campionato già a buoni livelli, aver fatto un bel calcio, aver disputato anche delle buone partite. Magari abbiamo perso qualche punto per strada, ma proprio per la prestazione perchè magari siamo stati a volte un po’ ingenui, leziosi e poi altre cose che fanno parte del calcio”.

Ha conosciuto Thohir in questi giorni, quali sono le prima sensazioni? Che cosa l’ha colpita di lui?

“L’entusiasmo, è sorridente, positivo, propositivo. Ha dato subito la sensazione di mettere tutte le componenti a proprio agio. Per me è entrato nel modo migliore e ha parlato nel modo migliore. Mi ha fatto piacere che al di là dei risultati, abbia apprezzato il gioco della squadra e sia contento di cercare attraverso la prestazione il risultato e non il contrario, come a volte succede in Italia”.

Nell’intervista da lei rilasciata oggi al quotidiano “La Repubblica” confessa che non era conoscenza del cambio di proprietà quando ha preso l’Inter. Quando lei dice “ho lavorato anche per valorizzare il valore umano e i miei presidenti hanno potuto vendere bene quello che io ho valorizzato” era sostanzialmente anche un segnale indiretto a Thohir? Cioè, il parco giocatore è in buone mani, ma se vogliamo parlare di business prendiamo qualcuno si può anche pensare di ricavarci. E’ casuale?

(ndr, sorride) Si, è casuale, fa parte del mio lavoro. Chi mi conosce sa benissimo che cerco di valorizzare le risorse dell’azienda. Quando mi viene dato un parco giocatopri cerco di farlo migliorare, di dargli un gioco, ma anche a livello individuale di far crescere i giovani come è successo tante volte in carriera e non vedo perchè devo cambiare ora che sono qui all’Inter”.

Servirebbe però un aiutino all’Inter per fare il salto di qualità? Le piacerebbe un giocatore fatto e finito?

“Vorrei sapere qual è l’allenatore che non vuole i giocatori migliori e di altissimo livello. E’ chiaro che le linee programmatiche le stabilisce la Società. Un conto è quello che vuole un allenatore, o che vorrebbe, un conto è quello che prefissa la Società anche in base ai parametri economici che in questo momento non si possono non considerare”.

Almeno, in che ruolo servirebbe un giocatore non ce lo dice?

“Ormai mi conoscete anche fin troppo bene… Non dico mai all’esterno quello di cui devo rendere conto prima alla proprietà e ai miei direttori sportivi. Altrimenti sarebbe sbagliato perchè anche se un giocatore ti può interessare quando lo dici pubblicamente diventa ancora più difficile poterlo acquisire”.

Pensa già alla partita contro il Napoli?

“Credetemi, ora penso al Bologna e sono anche preoccupato perchè mi tornano i giocatori all’ultimo momento dalle Nazionali e chi mi conosce sa benissimo che a me piace lavorare sul campo e preparare bene le partite. Non penso adesso a quella partita, quando poi ci arriveremo se mi farete la domanda ve lo dirò”.

Quali sono la sorpresa positiva di questa parte della stagione e l’aspetto sul quale bisogna lavorare ancora un po’?

“Io sono contento di tutti. Se voi andate a cercare l’individualità, quello che sta facendo Alvarez, quello che ha fatto Jonathan, quello che fanno ad esempio giocatori esperti come Cambiasso, del quale l’anno scorso si parlava come di un giocatore un pochino in declino e che invece quest’anno è tornato, per come la vedo io, a giocare sui livelli in cui giocava tre o quattro anni fa. Ho detto tre nomi ma potrei farne molti di più perchè credo sia tutta la rosa a essere cresciuta e tutta la squadra a essere migliorata. Si vede soprattutto un’anima, una squadra che gioca convinta, che si aiuta e questa credo sia la prima cosa nel calcio moderno. In che cosa dobbiamo migliorare? A volte abbiamo qualche calo di tensione, ma siamo anche abbastanza giovani, ci sono dei giocatori che devono crescere. Bisogna essere più continui sui 90 minuti, ed essere più esperti in certe situazioni”.

 

Fonte: inter.it

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