“Quello che ho visto l’ultima volta a S.Siro non è piaciuto a me e, a dire il vero, neppure a mio padre, deluso dagli striscioni. Sarebbe bastato un ‘grazie’ e invece la curva ha voluto aggiungere quelle parole che sanno di polemica”. Questo è quanto dichiarato da Angelomario Moratti, nuovo vicepresidente dell’Inter, in merito allo striscione agrodolce esposto dal tifo organizzato interista il 9 novembre, in occasione di Inter-Livorno.
Non si è fatta certo attendere la risposta della Nord che, per mezzo di 6000 volantini distribuiti sugli spalti prima del match contro la Sampdoria, ha voluto mandare un messaggio forte e chiaro, non solo a Moratti jr (“Qualcuno ci ha rimproverato i troppi puntini sulle ‘i’, ci hanno suggerito che sarebbe bastato un semplice ‘Grazie’ o altre frasi ricche di enfasi ed effetto“), ma a tutti quei tifosi “che dimostrano il loro attaccamento alla maglia cambiando canale quando l’Inter va sotto, che sono nerazzurri sempre ma se lo ricordano quando alziamo la coppa dei Campioni nella notte dei sogni realizzati”.
La Curva Nord non ci sta, rivendicando la propria fede e la profonda passione per questi colori e prendendo le distanze dalla pretesa di rappresentare l’intero popolo interista: “Noi siamo quelli della doppietta di Milito a Madrid e siamo anche quelli che erano a Mosca a prendere 3 pere dopo l’esonero di Cuper. Il nostro sudore e il nostro amore c’è sempre. Ed è l’unica cosa di cui andiamo orgogliosi, l’unica cosa che conta. Non ci compete essere la voce dell’interista in assoluto. Non ci interessa. Noi non siamo ‘tutti gli interisti’, noi siamo semplicemente: LA CURVA NORD. Siamo quelli che pur non ricevendo un euro dalla Società, dedichiamo più tempo a questi colori di chiunque altro, giocatori compresi. Il nostro è un lavoro spesso sporco, silenzioso, in attesa di quell’ora e mezza settimanale dove dobbiamo dare tutto“.
I supporters nerazzurri non regalano perbenismi o elogi di circostanza e rispondono a tono a chi ingiustamente, a loro parere, li ha reputati inopportuni, quasi ingrati verso l’ormai ex presidente della Beneamata: “Noi siamo quelli che ne han dette di tutti i colori a Moratti quando le cose non andavano bene. Amando l’Inter abbiamo voluto bene anche a lui. Ma l’Inter non l’abbiamo mai considerata un suo giocattolo, perchè l’Inter è degli interisti. Quindi quando cacciava allenatori incolpevoli, quando coccolava giocatori viziati, gli abbiamo dato del pirla, dell’incapace. Quando la stampa lo chiamava signore per poi trattarlo come un pirla, ci dispiaceva per lui, per noi. Il nostro interesse è sempre stato il bene dell’Inter. Siamo stati al fianco dell’Inter e di Moratti quando lo stadio era vuoto per i suoi/nostri fallimenti, attaccati alla maglia quando perdevamo partite su partite, lo stadio fischiava e noi incitavamo”.
Dall’alto della loro fede e dell’incondizionata devozione verso il Biscione, i tifosi della Nord non ammettono critiche e nulla risparmiano a Massimo Moratti, neanche nel momento dei saluti. La logica conclusione di un rapporto fatto di amore e di incomprensioni, costellato di storiche vittorie ma anche di fragorose cadute. Come se non bastassero i pareggi con Bologna e Sampdoria, Erick Thohir avrebbe preferito trovare un ambiente più festoso in occasione della sua prima partita casalinga da nuovo presidente nerazzurro. Certo è che 18 anni di storia non si dimenticano facilmente: ora l’importante è andare avanti, solo ed esclusivamente per il bene dell’Inter.
Filippo Mauro