E’ veramente un momento negativo per l’Inter se anche i giocatori che devono ancora arrivare non riescono a esprimere il proprio potenziale.
Juraj Kucka, centrocampista del Genoa (in compartecipazione con la società nerazzurra) è stato strigliato dal suo presidente, Enrico Preziosi, per la prestazione opaca contro l’Atalanta nella prima giornata di campionato.
“So che questo non è certo il Kucka vero. Ha una massa muscolare particolare e ha bisogno di tempo per entrare in forma” ha dichiarato il patron rossublu, che poi ha rincarato la dose aggiungendo: “Sa benissimo che, se gioca come oggi, l’Inter può vederla sull’album delle figurine“. Parole pesanti in cui si condensa anche la frustazione di un proprietario che in estate ha investito molto e per ora non ha avuto risposte nè sul campo (da tecnico e giocatori) nè sugli spalti (gli abbonamenti sono sensibilmente diminuiti).
Il centrocampista slovacco, classe 1987, é un mediano dai piedi discreti, abile anche nel gioco aereo. All’Inter dovrebbe recitare il ruolo di prima riserva di Cambiasso e Thiago Motta insieme a Poli, prendendo il posto che era di Muntari e Mariga. In estate è stato inserito nello scambio di compartecipazioni tra l’Inter e il Genoa per Emiliano Viviano.
Entrambi i giocatori sono rimasti nelle rispettive società (Kucka nella città ligure e il portiere all’Inter) ma a gennaio le cose potrebbero cambiare. Nei giorni scorsi, infatti, il procuratore dello slovacco, Karol Csontò, aveva sollecitato i dirigenti interisti a darsi da fare per portare il giocatore a Milano sin da inizio 2012: “Il passaggio di Kucka all’Inter dovrebbe avvenire dal primo luglio, poi non so se i dirigenti nerazzurri vorranno provare ad anticiparlo a gennaio. Con il pagamento dell’altra metà del cartellino potrebbero portare subito il giocatore a Milano. La decisione definitiva, però, spetta al club di Moratti”.
Questa dichiarazione non è piaciuta troppo a Preziosi che nell’intervista-sfogo ha avuto parole dure anche per lui: “Il procuratore è stato richiamato perché queste non sono cose che decide lui, decido io piuttosto se va o se resta. Vedremo cosa succederà, se fa bene comunque a gennaio non si muove”. Insomma, le cose non sono così semplici. Ma questo è un problema che la dirigenza dovrà affrontare a gennaio, ora ce ne sono di ben più grossi e urgenti.